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Facebook pensa ad una nuova versione di Instagram per i bambini under 13. Questa recente rivelazione è stata data da un sito web d’informazione, noto come Buzzfeed News, il quale ha riportato in un suo recente articolo la notizia. Sembrerebbe una scoperta non del tutto prevista da parte dei creatori, in quanto trapelata da una nota interna pubblicata su un forum per dipendenti della società. Al suo interno Vishal Shah, vicepresidente del prodotto Instagram, ha riportato: “Sono entusiasta di annunciare che per il futuro prossimo abbiamo individuato nei giovanissimi una priorità per Instagram”.

Possiamo ritenerlo quindi come un progetto al quale stanno lavorando in questi ultimi mesi data l’importanza e considerato anche le recenti vicende che hanno visto coinvolta una bambina di Palermo di 10 anni, morta a causa di una challenge sul social TikTok. A fronte di questo fatto i creatori di Instagram stanno pensando ad un modo per poter tutelare maggiormente i giovanissimi con età inferiore ai 13 anni, dandogli la possibilità di restare in contatto con i propri familiari o amici, monitorati in tutta tranquillità dai propri genitori.

Nuove regole giuridiche per l’uso dei social ai minori

Per effetto del GDPR, Regolamento Generale per la protezione dei dati personali, entrato in vigore nel 2016, l’età minima per poter prestare il proprio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi dell’articolo 8, è lecito se il minore abbia almeno 16 anni. Agli stati è data però la possibilità di poter derogare a tale età, ma non al di sotto dei 13 anni; infatti, in Italia, l’età minima per poter iscriversi a qualsiasi social network è almeno pari a quest’ultima con l’obbligo di supervisione di un anno da parte dei genitori. A tal proposito il Digital Report in Italia del 2018 ha riportato che la percentuale di uso dei social network tra i 13 e i 17 anni era dello 0,5%; notiamo come nel Digital Report del 2020 questa percentuale è cresciuta fino ad arrivare all’1,6%. Da ciò deduciamo che, con il passare del tempo, l’attitudine tra i più giovani ad approcciarsi al mondo social è sempre più in voga e prematura; per questo, creare un’applicazione per tutelarli è il primo passo verso un mondo sempre più incentrato sull’uso del digitale.

Recentemente il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto l’obbligo, in un suo provvedimento, di “blocco immediato” nei casi in cui non sia possibile accertare con certezza l’età del nuovo iscritto e di rimozione immediata di tutti quei profili appartenenti a bambini con età inferiore a 13 anni. Inizialmente esso era stato emesso solo nei confronti di TikTok, ma successivamente è stato esteso anche a Facebook e Instagram.

Cosa ne pensa Adam Mosseri

A capo di questo nuovo progetto che vedrà coinvolto IG per under 13, ci sono Adam Mosseri, capo di Instagram, e Pavni Diwanji assunta a Dicembre 2020 da Facebook la quale, negli anni precedenti, aveva collaborato presso l’azienda Google per sviluppare una applicazione nota come “Youtube Kids” che consente di poter visionare video adatti per un pubblico di minori.

Lo stesso Adam Mosseri ha poi twittato: “I bambini chiedono sempre più spesso ai loro genitori se possono iscriversi ad applicazioni che li possano aiutare a stare in contatto con i loro amici. Stiamo esplorando una versione di Instagram in cui i genitori hanno il controllo, come abbiamo fatto con Messenger Kids. Condivideremo di più lungo la strada”. Tale conferma verso questo progetto a cui stanno lavorando ha suscitato svariate reazioni non positive da parte degli utenti del social network Twitter; alcuni lo hanno considerato ironicamente come una “opportunità interessante” per sfruttare e danneggiare emotivamente un intero nuovo settore della società, altri considerano Facebook e tutte le sue proprietà come delle prigioni, e infine alcuni criticano il fatto che non deve esserci il bisogno di programmare questa nuova versione di Instagram solo perché i bambini lo stanno “chiedendo”.

I precedenti interventi per avvicinare i più piccoli al mondo social

In effetti sia l’applicazione Messenger Kids, sia YouTube hanno dovuto affrontare diversi ostacoli nel corso della loro esistenza. La prima applicazione, rilasciata nel 2017, che consente ai più piccoli di potersi scambiare messaggi sotto la supervisione e il controllo dei loro genitori, nel 2019 a causa di un bug ha permesso ai bambini di entrare in chat o per meglio dire in “gruppi” creati con adulti non autorizzati. Il gruppo Facebook si è fin da subito attivato per contattare via mail, qui riportata, i genitori e rassicurarli sul fatto che avrebbero provveduto a risolvere prontamente il problema.

Alla seconda piattaforma non è andata meglio, in quanto Google, proprietaria di YouTube, è stato accusato dalla Federal Trade Commission al pagamento di una multa di 170 milioni di dollari per aver tracciato dati personali di bambini di età inferiore ai 13 anni, senza il previo consenso dei genitori, per poi inviare loro pubblicità mirata.

Cyberbullismo e sicurezza

Oltre ad essere una questione informatica e giuridica di grande novità è quindi diventato un vero e proprio problema etico all’interno del quale personaggi noti come ad esempio Jeremy Hunt, politico e membro del Parlamento britannico, ha espresso la sua opinione in un tweet criticando apertamente le applicazioni di messaggistica per bambini così dicendo: “Facebook mi aveva detto che sarebbero tornati con delle idee per prevenire l’uso dei minorenni del loro prodotto, ma invece stanno attivamente prendendo di mira i bambini più piccoli. State lontano dai miei bambini.”

Un sondaggio del 2019 condotto da Ditch the Label, ente dedicato alla promozione dell’uguaglianza che fornisce supporto ai giovani colpiti da bullismo e cyberbullismo nel Regno Unito, ha riportato che un quinto dei giovani ne è stato vittima nell’ultimo anno e uno dei modi tramite il quale esso si scatena è l’uso dei social, in particolare caricando o postando video nei quali i ragazzi si divertono a prenderne in giro altri. Ciò accade anche a causa del fatto che ormai l’85,8% dei giovanissimi tra 11 e 17 anni utilizza quotidianamente il cellulare come riportato dai dati Istat, ma un dato importante è dato dall’84,9% che rappresenta la percentuale di adolescenti (14-17 anni) che quotidianamente accede ad Internet. Tra i più giovani si registra una quota pari al 7% di casi di cyberbullismo di cui è necessario tenere conto.

Sappiamo bene che così come accade nella vita reale, anche per i social è possibile mentire sull’età siccome, in Italia, le false dichiarazioni sono considerate reato solamente se rese davanti ad un pubblico ufficiale. Il primo grande ostacolo da superare è infatti quello di riuscire a sviluppare un riconoscimento facciale artificiale in grado di poter verificare l’esattezza dell’età anagrafica e grazie al quale sarà impossibile inserire una data di nascita falsa.

Oltre a ciò, si vorrà rafforzare la sicurezza in modo da rendere più difficile la ricerca di bambini da parte degli adulti e di impedire ad essi di poter inviare messaggi a persone con età minore di 18 anni.

 

Una lettera per Mark Zuckerberg

Questo progetto sembra non avere un grande successo tra i diversi gruppi di consumatori a tutela dell’infanzia i quali, guidati dall’organizzazione no-profit Campaign for a Commercial-Free Childhood, si sono uniti e hanno scritto una lettera a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, esprimendo la loro contrarietà nei confronti di Instagram under 13, chiedendo loro di abbandonare l’idea in quanto, a loro detta: “non è il rimedio giusto e metterebbe a rischio i giovani utenti in quanto, negli anni della scuola elementare, essi sperimentano una incredibile crescita nelle loro competenze sociali, nel pensiero e nel senso di sé. Abbiamo paura che questa proposta possa sfruttare questi rapidi cambiamenti evolutivi. Instagram, in particolare, sfrutta la paura dei giovani di perdersi e il desiderio di approvazione dei pari per incoraggiare bambini e adolescenti a controllare costantemente i propri dispositivi e condividere foto con i propri follower.”

Concludono così la loro lettera:Un Instagram per bambini sottoporrà i più piccoli a una serie di gravi rischi e offrirà pochi vantaggi alle famiglie”.

La data di lancio ufficiale non è stata ancora comunicata e non sarà, a quanto risulta dalle indiscrezioni, a breve, ma è da considerare come al primo posto tra gli obiettivi principali che i creatori si sono prefissati di portare a termine. A fronte di questo la privacy e la sicurezza per i minori sono, in questo campo, gli argomenti più sensibili che vogliono e devono essere protetti per poter costruire questa nuova versione, in modo da poter essere utilizzata in piena sicurezza e per garantirne un uso sicuro da parte di una categoria che, al giorno d’oggi, ha maggiormente bisogno di essere tutelata.