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Il Web Marketing Festival o We Make Future è un evento che negli ultimi anni ha coinvolto e riunito molte persone e aziende con passioni e interessi condivisi in un unico punto: il Palacongressi di Rimini.

È qui che ogni anno imprese, startup, professionisti, istituzioni e studenti si incontrano per partecipare ai talk sui temi più disparati, fare networking, formazione e molto altro.

Un evento che non avremmo avuto modo di conoscere fino in fondo se non grazie alle parole dello stesso ideatore e founder, Cosmano Lombardo, il quale a fine Festival ci ha rilasciato un’intervista inerente all’evento.

 

Cosa ti ha portato all’ideazione di questo evento e quali sono state le difficoltà iniziali?

“È stato l’ascolto dell’esigenza da parte delle persone che incontravamo anno dopo anno durante i tour di formazione gratuita in giro per l’Italia.

Siamo partiti nel 2007 con la prima giornata di formazione gratuita a Pizzo Calabro: allora si parlava di SEO, di posizionamento dei siti sui motori di ricerca e mese dopo mese, anno dopo anno abbiamo aumentato i temi, ma soprattutto le persone ci chiedevano un punto di incontro.

È così che abbiamo pensato a quello che inizialmente era il Web Reevolution, il nome del primo festival che aveva come tema centrale lo sfruttamento della rivoluzione del web per l’evoluzione della società. Successivamente, l’evento ha cambiato nome in Festival Web Marketing, in seguito è diventato Web Marketing Festival fino ad arrivare ad oggi con il We Make Future.

Le difficoltà iniziali invece sono state sicuramente tante, soprattutto lo è stato il fatto di riuscire a coinvolgere più soggetti per mettere in piedi qualcosa che potesse rappresentare tutti. Devo dire però che le difficoltà iniziali sono nulla rispetto alle difficoltà che abbiamo riscontrato nell’organizzazione questa edizione che, devo ammettere, ci ha messo veramente a dura prova.”

Le principali differenze tra il Web Marketing Festival prima della pandemia e quello attuale? Credi che la modalità ibrida utilizzata quest’anno possa essere mantenuta anche in futuro?

“Ci sono delle difficoltà organizzative dettate dai cambiamenti costanti delle normative, quindi riuscire a creare un contesto che possa essere gradevole e rassicurante per le persone è qualcosa di molto difficile, e allo stesso tempo creare qualcosa di disruptive e innovativo.

Purtroppo, alcune idee a cui abbiamo pensato non le abbiamo potute concretizzare.

Detto ciò, nella fase post pandemica, sicuramente questo format ibrido rimarrà per alcuni eventi.

Noi, a dire il vero, già nel 2019 avevamo intrapreso questa strada e nel 2020, se non ci fosse stato il covid, avremmo realizzato un evento ibrido, non così forzatamente ibrido.

Credo però che parte di quello che abbiamo visto in questi giorni ci sarà anche nel 2022.”

A livello organizzativo, quante persone fanno parte del team? Quali figure professionali sono necessarie nello staff dell’organizzazione?

“Le persone che lavorano all’evento durante tutto l’anno in realtà sono pochissime.

Chi lavora costantemente 365 giorni all’anno, e dico 365 perché si lavora anche durante le festività, sono 12 persone. Dopo di che, c’è una seconda fase che parte quando ci si avvicina all’evento in cui il team si allarga con risorse che vengono aggiunte, infine quando manca poco all’evento vi è il coinvolgimento di tutta l’azienda della nostra business unit che si occupa di consulenza, fino ad arrivare ai tre giorni in cui siamo più di 120/130 persone.

Il numero necessario è molto maggiore, nel senso che per mettere in piedi una manifestazione come questa credo che sarebbe necessario un numero di 50 persone costantemente attive.”

Per quanto riguarda l’accessibilità dell’evento, cosa state progettando di fare in futuro?

“Il prossimo anno sicuramente andremo a realizzare, per quanto riguarda il Mainstage, tutti i momenti, sia quelli di show che i talk con modalità più accessibili. Anni fa facevamo solo la parte di talk, quest’anno, con questa collaborazione con l’accessibilità si è aggiunta la parte di show.

Quest’anno non siamo riusciti a realizzare l’interpretazione in lingua LIS anche dei talk perché era troppo complicato dal punto di vista tecnologico, ma il prossimo anno ci sarà anche questo.

Stiamo sviluppando una serie di campagne di comunicazione e continuiamo a supportare la storia di Pasqualino.

Il percorso che abbiamo intrapreso con loro ad agosto sta andando avanti e sono felicissimo della promessa fatta dal ministro Bianchi, il quale ci ha detto che andrà in Calabria da questa famiglia a settembre e forse anche molto prima.”

Avete particolari progetti futuri per l’evento? Per esempio, portare l’evento in altre città o addirittura in altri paesi?

“C’è in atto un innovation planun progetto di diffusione dell’innovazione nei piccoli centri e all’estero.

Abbiamo quindi dato vita ad Hubitat, la rete di hub sull’innovazione e la sostenibilità in giro per l’Italia nei piccoli centri e nei borghi; quindi, prendiamo dei posti culturali, storici e tradizionali come, per esempio, in Calabria un castello, per andare a creare degli hub.

Abbiamo anche fatto una call for cities italiana per organizzare degli eventi della durata di due giorni in vari contesti come Taranto, Firenze e molti altri, e abbiamo lanciato il Word Wide Events, degli eventi internazionali del Web Marketing che partiranno a settembre dalla Grecia e successivamente in altre 13 tappe in giro per il mondo.”